Il suo nome è Pino Daniele. E vive qui. Minimale e diretto è
questo in sostanza il messaggio che il cantautore vuole dare con
il nuovo album che, a distanza di due anni da Iguana cafè,
uscirà il 16 febbraio. Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui è
il suo modo per tornare a cantare. E soprattutto a suonare.
"Ricomincio da due - ha detto Daniele durante la conferenza
stampa di presentazione -. Mi rifaccio alle origini, alle 'cose'
di Massimo Troisi si può dire".
Il terrazzo dell'Hilton si affaccia su una Roma pigra e
assolata, ferma, legata a quelle origini che la rendono forte. E
bellissima. "Io faccio il mio mestiere, il mestiere della musica
e oggi non ho più voglia di essere polemico. A volte mi piace e
a volte non mi piace più. Ma io suono, sono questo e questo è il
mio percorso". Un percorso familiare per chi Pino Daniele lo ha
amato e lo ha visto essere, mentre suonava, un uomo senza
bisogno di crescere ma con la necessità di evolversi e di
sperimentare. Un artista che oggi può dire: "Io non sono mai
cambiato. Il mio genere di musica non è mai cambiato - ha
spiegato -. Terra Mia che è uscito trent'anni fa e questo nuovo
disco hanno così tanto in comune... Io sono nato con la canzone
napoletana e ora mi sembra che ci sia bisogno di ritornare a
cantarla, a suonarla, perché in questo mondo affrettato e
veloce, è la mia sola certezza. Ed è quello che sono".
Prodotto e arrangiato dal cantautore napoletano, il nuovo album racchiude dieci brani inediti. Ereditando lo stesso titolo di un album di Eric Clapton del 2005, il singolo Back home apre la porta d'ingresso alle altre tracce. Rhum and coca, Salvami, Blues del peccatore, L'africano, Ischia sole nascente e Passo napoletano entrano senza farsi pregare e senza lanciare nuovi messaggi. Perché Pino Daniele non ha niente da dire per attirare l'attenzione che non sia legato alla sua musica. E alla sua meravigliosa voglia di suonarla e cantarla ancora. "Io non sono adatto a fare le pubbliche relazioni, a promuovere, a cercare di vendere - spiega veloce -. Non sono abbastanza tenace per mettermi a inseguire i duetti che tanto vanno di moda e non so fare il marketing. Io sono fatto così, suono, mi piace fare concerti e incontrare musicisti con i quali comunicare".
Capelli bianchi e frangetta, occhiali dalle lenti blu e spesse, Pino Daniele è in forma. In pace. In questo disco confluisce tutto il suo bagaglio: la canzone napoletana, il blues, il jazz, la fusion, la musica araba, quella africana. Il rock'n'roll, il pop, la tradizione caraibica e quella cubana, l'hip hop e l'elettronica, la musica etnica e quella latina. "In un mondo come quello di oggi, io la musica non la sento più nemmeno per radio. Non sto criticando, la mia è un'opinione e non ho interesse a condividerla. Ma è così - continua -. E' che sembra che oggi la cultura sia da sfuggire, che sia noiosa. Il sistema cerca in tutti i modi di allontanarci perché dove c'è cultura non c'è guerra. O violenza. E questo mio pensiero si applica anche alla musica. Nessuno può togliermi la musica. Quello che sento in giro è come il tema che si faceva a scuola. Titolo, sviluppo, conclusione. Senza cuore, e l'ho fatto già in passato. Ora non ne ho più voglia. Questo è un disco per dire, io sono qui... Comunque".
All'album hanno partecipato il Peter Erskine Trio, Tony Esposito, Alfredo Paixao (Mardi gras) e Giorgia che presta la sua voce in Il giorno e la notte e Vento di passione). "Con Giorgia c'è intesa - racconta Daniele -. Lei apprezza quello che scrivo e a me piace la sua voce. Si adatta bene alla mia, abbiamo le stesse tonalità e per noi è facile collaborare. Gli altri invece li ho chiamati non perché avevo bisogno facessero qualcosa di predefinito. Ho scelto loro perché sapevo si sarebbe formata l'energia. Quella per la quale mi piace fare questo mestiere". Ma sul resto della musica che ascolta non si sbilancia. "E che vi devo dire? E' un periodo che ascolto gli anni Settanta, Clapton, i Cream...". Pino Daniele sorride. Sa che intorno a lui tutti si aspettano che inizi ad attaccare qualcuno. O qualcosa. Le domande timidamente prendono forma tra un coltello e una forchetta sparsi davanti alla tavolata di giornalisti. La tv? "Per la televisione sono diventato come mio padre. Che quando vedeva 'il film' mi chiamava e diceva 'Io non ci capisco niente'... Per me è uguale. La trovo brutta e troppo veloce. Guardo 24, e pure Dr House. Ah, Grey's Anatomy...". E gli stadi vuoti? "Quello non è il mestiere mio ma non credo sia una buona soluzione quella di lasciarli vuoti. Tanto gli esaltati ci saranno sempre, bisogna trovare altre soluzioni".
Il cantautore si guarda intorno. Sembra dire colpite pure, che quello che ho da dire tanto lo trovate nel disco. Così qualcuno osa. E tra Veronica e Berlusconi? "Veronica". Silenzio. Che Daniele interrompe abile, sornione: "I giorni del dissenso sono finiti. Ora sono cominciati quelli della rassegnazione. Ma il lupo perde il pelo..."
Katia Riccardi
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Articolo aggiunto il 28/05/2014
28/05/2014 |
Nero a metà special edition |
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Il 3 giugno tornano i MUSIC AWARDS, in scena per il secondo anno consecutivo a Roma presso “Il Centrale Live” – Foro Italico e in diretta in prima serata su Rai 1. Tra i premiati anche Pino Daniele. |
18/03/2014 |
Pino Deniele a Webnotte |
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