Pino Daniele torna con
un album sincero, suonato e pensato alla vecchia maniera. Lo ha presentato al
Big Mama di Roma durante una serata preparata con altrettanta sobrietà e qualità
sonora. "Stasera volevamo suonare un po', fare una cosa diversa...". Pur senza
dirlo, Pino Daniele chiarisce subito cosa pensa della tanta musica di plastica
da troppi anni in circolazione. Come al solito, non si spreca in lunghe
dissertazioni sull'argomento, lasciando alla musica il compito di raccontare
tutto.
Per presentare il nuovo
disco Iguana Cafè - Latin Blues e Melodie ha scelto l'apparente
semplicità di un combo che prevede la sua chitarra acustica, il basso di Alfredo
Paixão e la batteria di Lele Melotti. Pino entra in scena in punta di piedi, ma
mostra subito la sua autorità in materia, come un vecchio amico che sa
consigliare esattamente quale bottiglia di vino speciale andrebbe bevuta in
certe occasioni.
"Adesso un pezzo come
si faceva negli anni Sessanta...facciamo la sigla. Ci sono dei musicisti
dell'epoca qui in sala, e credo capiscano questa finezza...". Il beat di Lele
Melotti parte soffice, scandendo nientemeno che Patricia di Perez Prado,
un omaggio ai tempi andati, alla gioventù, ai suoi stessi esordi musicali,
evocando nella platea immagini di film in bianco e nero, sale da ballo e
corteggiamenti d'altri tempi.
"Quello che la gente
dice adesso non mi piace..." scriveva Pino Daniele poco più di un anno fa nelle
liriche di Pigro. Il suono e la musica di Iguana Café confermano
il suo disagio rispetto ai tempi che corrono, ma stavolta il tono è più dolce e
delicato. Le nuove melodie scorrono via con eleganza e sono molti i preziosismi
strumentali sciorinati dalla sei corde del cantautore napoletano. La velocità di
crociera della serata è volutamente bassa, come se nel viaggio si volesse
offrire la possibilità di abbassare i finestrini e godersi il panorama.
Il passo del carioca
Paixão rende giustizia alla bossa nova gentile di Pensando Amor e la voce
di Daniele parte volando via in scat. I tre sembrano in tutti i modi
sottolineare il piacere della rotondità di quel suono corposo, costruito attorno
a timbri levigati e accuratamente selezionati. Fa subito capolino il blues,
naturalmente, ma come chiarito dal sottotitolo del CD, sboccia sempre
all'unisono con la sensibilità melodica latina.
Proprio Melody
con il suo urlo d'amore sussurrato, spiega meglio cosa significa oggi mettere a
frutto l'antica tradizione melodica italiana, senza concedere nulla alla
banalità. Occhi che sanno parlare lascia spazio a tocchi di flamenco e
agli sguardi complici tra i musicisti, piacevolmente soddisfatti di quello che
viene fuori dagli amplificatori.
In uno dei pochi
momenti realmente concessi alle chiacchiere, Daniele chiarisce come inserire
nella giusta ottica la sua versione di O Sole Mio, canzone traino
dell'album da tempo lanciata in modo massiccio dalle stazioni radio: "E' uno dei
primi pezzi che ho ascoltato quando ero ragazzino, devo dire che in fondo
ragazzino lo sono ancora adesso" dice Pino, evocando un'epoca nella quale un
guaglione napoletano come lui a undici anni intuì come far viaggiare all'unisono
il canto lontano di Elvis Presley e la sensibilità di Roberto Murolo.
Nel rendere questo
autoscatto al virato seppia ancora più veritiero, Daniele non può esimersi dal
recuperare anche i suoni della lingua madre partenopea nell'appassionata
Serenata a Fronne 'e limone, rievocando il canto appassionato e folclorico
degli esordi, forse anche troppo rimpianto da certi fan della prima ora.
Una serata senza
fronzoli, fatta di buona musica e tanta normalità. Al punto che il cantautore,
dopo aver eseguito quasi interamente il nuovo album, con la cortesia con la
quale si salutano gli amici invitati a casa a sentire un po' di musica, decide
che è giunto il momento dell'arrivederci: "Siamo stati tranquilli, siamo stati
bene. Adesso ci beviamo un bel bicchiere di vino e ce ne andiamo...".diamo...".
All'Iguana Café si suona ancora come si faceva una volta, col sudore dell'anima e con
il cuore che canta poesia popolare. Pino Daniele torna a esibirsi nel suo club
preferito, nel quale si può concedere il lusso di essere il più importante
musicista pop napoletano moderno e al tempo stesso di rileggere con totale
libertà artistica tutto il resto della musica che gli sta a cuore. Fonde la
melodia italiana, il blues e il mondo latino con una serenità e un'efficacia che
affascinano.
Prodotto dallo stesso
Daniele e arrangiato assieme a Gianluca Podio, Iguana Cafè è un lavoro
che può piacere al primo impatto, ma è anche e soprattutto un disco che va
gustato dopo ripetuti ascolti. L'obiettivo di partenza probabilmente non è
quella voglia di sperimentazione che ha accompagnato Daniele in tante fasi del
suo percorso artistico; piuttosto quella di realizzare un prodotto sincero, di
altissima qualità, che in quanto tale sia in contrasto con molta della musica in
circolazione. Un modo come un altro di lottare.
Col supporto di amici
fidati che rappresentano il passato, il presente e probabilmente anche un po' di
futuro della sua musica, Daniele ha costruito un flusso sonoro appassionato,
dove il piacere stesso della musica, anche quando sostenuto da semplici parole
d'amore, è di per sé salvifico. Nana Vasconcelos, Karl Potter, Fabio Massimo
Colasanti e appunto l'immancabile Gianluca Podio, sono perfettamente funzionali
nella creazione di un percorso sonoro acustico dove nulla è fuori posto.
C'è un pizzico di
ironia (Narcisista in Amore), la passione sensuale (Maria) e
soprattutto la voglia di serenità, di cose magari antiche ma vere (la
Patricia di Perez Prado). Le melodie sono eccellenti e le esecuzioni
impeccabili (Melody). A tratti la poesia aerea dei vecchi tempi arriva a
sfrondare l'omogeneità del suono bluesy, come nella suggestiva Promesse da
marinaio o nell'intensa Voci Sospese, dove è il quartetto d'archi
Amit a sostenere l'unica riflessione apertamente sociale del disco.
E non manca un ritorno
alla poesia in lingua napoletana in Serenata a fronne 'e limone; assieme
all'affettuosa rilettura di 'O Sole Mio in lingua inglese, si rivela
un'utile lente d'ingrandimento per osservare di nuovo lo spirito del Pino
Daniele delle origini. Le parole e il canto ancora una volta si rivelano un
punto di forza, ma è soprattutto il mood del disco a essere vincente, di spirito
internazionale senza mai essere artefatto.
Recensione di Giancarlo Mei su kataweb.it
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Articolo aggiunto il 28/05/2014
28/05/2014 |
Nero a metà special edition |
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28/05/2014 |
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Il 3 giugno tornano i MUSIC AWARDS, in scena per il secondo anno consecutivo a Roma presso “Il Centrale Live” – Foro Italico e in diretta in prima serata su Rai 1. Tra i premiati anche Pino Daniele. |
18/03/2014 |
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