La Grande Madre
Il Mio Nome è Pino Daniele...
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Lo ascolti una volta e con sufficienza dici: il solito disco di Pino Daniele. Poi lo riascolti
e ti ricredi. Questo, più o meno, è quello che è successo a noi. Perché “La grande madre” è un
lavoro tanto ricco da rendere difficile una comprensione immediata: ci sono molte corde vibranti,
blues da vendere, del buon funky, suoni mediterranei, ritmi latini e persino un accenno di romanza
imbastardita da una punta di rock. E sì che in “Passi d’autore” (BMG, 2004) Pino Daniele ci aveva
spiazzato con i madrigali, ma se quello aveva tutta l’aria di essere un esperimento teso a stupire,
qui il mascalzone latino sembra meno tattico e più se stesso, al punto da lasciarsi andare come in
una jam session.
“La grande madre” sfodera, infatti, una libertà di espressione musicale che offre fluidità e
abbondanza al disco, merito senz’altro della strada indipendente intrapresa da Daniele con la sua
etichetta Blue Drag (nome ispirato a una canzone di Django Reinhardt di fine anni 30). Ed essere
indipendente, lo sappiamo, significa non dover scendere a compromessi e non dover fare felice
nessuno, oltre se stessi. Allora è chiaro che il Pino Daniele di oggi è autenticamente in questo
disco: un autore capace, un musicista curioso - che sta imparando negli anni a fare squadra - e un
compositore appassionato. Ingredienti che non basterebbero se ad amalgamare il tutto non fossero i
talenti musicali, internazionali e di casa nostra, di cui Daniele si è circondato, tra i quali lo
statunitense Steve Gadd alla batteria (già accanto a Eric Clapton, Paul MacCartney, James Taylor),
il pianista Chris Stainton (Joe Cocker, Eric Clapton, Bryan Ferry), il sassofonista Mel Collins
(Dire Straits, The Rolling Stones, Tom Waits, Eric Clapton) e altri.
Lo avete notato anche voi? Già, il nome di Eric Clapton aleggia in questo disco, ma soprattutto
perché Pino Daniele ha scelto di tradurre in italiano (osando, ma a ragione) la storica “Wonderful
tonight”, a sottolineare una stima per il collega già sfociata in un concerto a due chitarre la
scorsa estate. A conti fatti, tutti i testi sono opera di Daniele, che non si limita a parlare
d’amore – che pur resta il tema ricorrente – ma pone l’accento anche su temi più esistenziali.
E così spiccano nel mucchio la title-track (sicuramente il brano più completo), la delicata “Due
scarpe” e la concisa, ma convincente, “Coffee time”. E per non farsi mancare niente, una
composizione è solo strumentale (“The lady of my heart “) e un’altra, “Searching for the water
life”, è stata realizzata in inglese – con una pronuncia che ci saremmo risparmiati volentieri -
a sostegno della campagna Save the Children Every One, per arginare la mortalità infantile.
Comunque, testi o non testi, è chiaramente la musica a dominare in questo disco, con le chitarre
in primo piano e una discreta generosità di assoli. E a proposito di generosità, sarà per la
grande possibilità di scelta (e fantasia) che offre l’autoproduzione, ma un booklet così
abbondante non è consueto nella discografia italiana, ci sono testi, spartiti, foto recenti e
storiche, una biografia completa e addirittura una mail inviata a Pino Daniele da Enzo Avitabile,
copiata e incollata, per un omaggio alla Parlesia (versione riveduta e corretta del dialetto
napoletano, qui citata nel brano dialettale “’O fra”). Il tutto con apposita traduzione in
inglese, segno di una chiara apertura verso il mercato estero, perché la grande madre - che è
puro istinto - è ovunque.
Recensione di Paola De Simone su www.rockol.it
Questa è la volta di Pino Daniele e del suo nuovo lavoro discografico indipendente.
Il titolo? “La Grande Madre”. Certo che anche chi è a digiuno della cultura -perchè di tale si
tratta – che ruota attorno al bluesman targato Made in Naples, precursore pioniere e fautore di
quella che è stata definita negli anni la Naples Power (insieme con James Senese ed Enzo
Avitabile giusto per citarne alcuni), rimane per un attimo a domandarsi cosa voglia esprimere
e cosa si cela dietro quel nome così comune (…grande madre) ma piuttosto inusuale. Certe sembrano
anche le critiche che possono scaturire quando un artista di questo calibro si appresta a
ripiombare nel mercato discografico. Non passa di certo inosservato. Chi da un lato non riconosce
più il Pino Daniele degli anni ’80 – gli anni cioè in cui ha sperimentato nuovi generi musicali
che variano dal pop, al rock, al jazz, al soul, al funky, dai suoni arabi alla tarantella
napoletana con infusi decisamente blues in onore del mito Robert Johnson – quello capace anche
di richiamare 200.00 persone in Piazza del Plebiscito a Napoli, chi dice che non ha più nulla da
dire e chi, ancora, etichetta il suo stile come datato. Piuttosto agli artisti bisogna comunque
concedere il diritto (e anche il lusso) di spaziare e dar vita a nuove idee. Il flusso di
coscienza, cioè, non può essere fermato.
E torna così ” ‘o bluesman napoletano” con il quarto
lavoro discografico pubblicato nel giro di tre anni (i precedenti furono “Electric Jam” nel 2009 e
“Boogie Boogie Man” nel 2010), il n° 26 della discografia ufficiale ma con una veste diversa, un
progetto nuovo. Il cantante con la chitarra (come ama definirsi egli stesso) ha fondato
un’etichetta discografica indipendente dal nome Blue Drag, nome ispirato da una canzone composta
sul finire degli anni ’30 da Django Reinhardt dall’omonimo titolo. E distribuito dalla società
“Indipendete/mente” già attiva con altri artisti per la diffusione dei supporti musicali.
Le ragioni che hanno portato alla fondazione dell’etichetta sono da ricondurre principalmente
alla crisi del mercato discografico che sta interessando le major discografiche, in questo
scenario in cui si ha sempre più incertezza sulle modalità di diffusione della musica ma con la
volontà, determinazione e convinzione di avere le idee chiare in merito all’idea personale di
musica, di creatività, di arte.
La Grande Madre, copertina e Cd:
La copertina, nel complesso, è un piccolo libro tascabile. Comprende cioè 80 pagine contenenti
i testi delle canzoni, alcuni spartiti dei nuovi inediti, foto di rito e scatti istantanei che
riprendono Pino Daniele in azione durante le registrazioni nel suo studio, e una biografia.
Il perchè della scelta di inserire una biografia nel cd trova la sua spiegazione nel fatto che
il cd sarà distribuito anche in Europa e in America (dove tra l’altro si esibirà durante il
prossimo Tour) e a scanso di equivoci la biografia ufficiale di riferimento è quella che si
può apprezzare nelle pagine del libretto. Anche la grafica merita la sua attenzione. In linea
con l’idea di ritornare alle origine, intese quelle della terra, la carta utilizzata è ruvida
con gusto retrò, quasi a richiamare gli oggetti da collezione che pian piano stanno scomparendo
con l’avanzare del Digital Download. 12 tracce in cui spicca al primo ascolto la melodia, il
ritmo della musica scandita dal tocco inconfondibile di chitarra che contraddistingue Pino
Daniele. Una sperimentazione nuova, definita “melo-rock”, che fonde il canto con la melodia rock
decisamente contemporanea. In linea con lo spirito dell’artista. Infusi blues che si mischiano
con partiture pop-rock, la cover di “Wonderful Tonight” di Eric Clapton incisa con un testo
italiano scritto di getto da Daniele ed una jam session che scandisce il lavoro e dona un tocco
di vitalità all’intera opera.Attenzione merita anche il pezzo “Searching for the Water of Life”
pezzo blues scritto per Save the Children, la più grande associazione mondiale attiva in Italia
e nel mondo per la salvaguardia e la cura dei bambini.
La Grande Madre, sostanza e contenuti:
Il corpus dell’idea e dell’opera di Pino Daniele trova la sua realizzazione nella musica e nelle
sperimetazioni, mai in secondo piano a discapito del messaggio che ha cercato di trasmettere
negli anni. Un retrogusto vintage che si può apprezzare toccando con mano la custodia del cd
ed assaporando i suoi contenuti. Badi bene però il lettore/ascoltatore a non aspettarsi il
Pino Daniele di un successo come “Nero a Metà” targato 1980. E’ cambiata la forma non la sostanza.
Questo è un progetto che apre le porte al futuro prossimo, quando cioè la musica sarà possibile
produrla da sè, lontani dai vincoli e le logiche sterili e spietate del mercato discografico.
E’ banale ma doveroso ribadirlo: se un progetto è indipendente allora anche i contenuti saranno
fuori dalla norma.
Le canzoni:
1. MELODRAMMA: pezzo che apre l’album, già in radio da inzio Marzo 2012 con annesso videoclip
è un nuovo esprimento di Daniele. L’idea è nata – come afferma egli stesso – quando nel 1998
eseguì insieme al tenore Luciano Pavarotti una versione della sua celebre “Napul’è”. La fusione
tra il blues e la musica lirica ha cercato di trasmetterla in questo pezzo, fondendo il melodramma
con il rock. Il risultato è un pezzo che trascina l’ascoltatore e, abbandonandosi alla fantasia,
sarebbe possibile montare una coreografia di danza moderna e tirarci su un intero spettacolo.
Alla batteria c’è Steve Gadd, già batterista di Eric Clapton e turnista molto apprezzato nel
panorama musicale internazionale.
2. NIENTE E’ COME PRIMA: si può riconoscere qui quell’essenza che caratterizza e contraddistingue
Pino Daniele o, almeno, come lui ci ha abituati negli anni. Una ballata pop-blues che apre con un
bel giro di chitarra acustica, con assoli sparsi con l’intento di dare il senso del ritmo.
3. DUE SCARPE: un giro di piano unito ad un fraseggio genuino e diretto. Al sassofono possiamo
apprezzare Mel Collins, ballata che lascia intendere la maturazione artistica raggiunta proprio
in questi ultimi anni. Curiosa è la contrapposizione di concetti nel testo con “Due scarpe
camminano insieme, ognuna con una vita diversa”.
4. LA GRANDE MADRE: ballata pop-blues che da il titolo all’omonimo album con Steve Gadd alla
batteria a delinearne la struttura. Contenuto prettamente intimistico, adattato allo stile che
non è errato definirlo “…alla Pino Daniele“. La voglia di tornare alle origini, di entrare di
nuovo in empatia con madre natura, la nostalgia per il Sud, per tutti i Sud del mondo con un’occhio
all’Africa che rappresenta il trampolino del futuro prossimo.
5. WONDERFUL TONIGHT: cover del pezzo di Eric Clapton ri-arrangiato da Daniele. Di certo non ha
bisogno di presentazioni, ma un aneddoto ci rivela che in occasione del concerto di beneficenza
tenuto da Daniele e Clapton lo scorso Giugno allo Stadio Simonetta Lamberti di Cava dè Tirreni,
scherzosamente il mascalzone latino chiese a Clapton di poter utilizzare la sua canzone e di
scriverci un testo in italiano sopra. Clapton acconsentì e quando Daniele gli fece ascoltare la
demo, Clapton affermò che Daniele aveva riportato in vita una vecchia canzone.
6. PIEDI NUDI: ballata in cui si apprezza il sax in crescendo, e il tutto si risolve nel
ritornello con chitarra piano e la voce di Daniele.
7. THE LADY OF MY HEART: pezzo strumentale di 3:16 minuti, un esperimento musicale dal momento
che il Tour approderà anche all’estero. Una buona occasione per rendere noto al mondo che la
musica la sappiamo fare anche in Italia.
8. IL PRIMO GIORNO DI PRIMAVERA: una melodia come quella che caratterizza questa canzone la
possiamo apprezzare in parecchi lavori di Daniele, soprattutto quelli degli anni ’90. Una
ballata pop-blues con piano e chitarra come accompagnamento e la batteria a farne la struttura.
Semplice e genuino.
9. SEARCHING FOR THE WATER OF LIFE: pezzo scritto per l’organizzazione mondiale Save te Children,
cantato in inglese in cui si apprezza oltre alla sezione fiati, il giro di violini che apre la
canzone, per realizzarsi in un ritmo incalzante, tipico anche questo della discografia di Daniele.
10-11- COFFEE TIME – ‘O FRA’: questi due pezzi, separati come tracce, ma tutt’uno nel cd sono
una jam session che merita davvero attenzione e orecchio. Il bisogno e la necessità di tornare
alle origini, quando da ragazzi si divertivano nei garage a suonare, i musicisti hanno cercato
di ricreare le stesse sensazioni ed emozioni e ci sono riusciti in pieno. Questa jam session è
quella che maggiormente si fa apprezzare nell’album per possenza, compostezza, melodia e ritmo.
Pochi incisi nel primo pezzo (Coffee Time), con un bel giro di piano a darne il ritmo e la voce
di Daniele che invita a prendere un caffè perchè “It’s a Coffee Time!“. Nella seconda parte di
questa jam session, ovvero nel pezzo “‘O Frà“, è il palese richiamo unito alla consapevolezza
che la nostalgia gioca brutti scherzi. ‘O Frà, infatti, è una tipica espressione del dialetto
napoletano, ed è usata come sinonimo di amicizia fraterna che lega due persone. Il testo scritto
è un rap’n'roll, chiara influenza dei 99Posse, ed è un testo con infusi di Parlesia. La Parlesia
è un linguaggio introdotto nel Regno di Napoli da alcuni Artisti di Strada ed è diventato nel
tempo un modo di esprimersi tra i musicisti in particolar modo.
12. I STILL LOVE YOU: chitarra e voce di Daniele chiudono la tracklist dell’album, augurando
un piacevole arrivederci.
Conclusioni:
Nel complesso il nuovo lavoro lascia perplessi al primo ascolto, dato che negli anni Pino Daniele
ha abituato gli ascoltatori a lavori sicuramente di qualità dove in risalto c’è sempre la musica.
Musica che si apprezza in ogni istante, in ogni traccia, ma le tracce hanno un sound diverso.
Questo perchè è tutto frutto di un progetto indipendente e al di fuori degli schemi. Sicuramente
anticipa il futuro prossimo quando la musica sarà possibile produrla da sè e quindi si può dar
spazio alla creatività. Nel complesso un buon lavoro. Sulla fiducia.
Voto: 7/10
Recensione di Angelo Moraca su www.melodicamente.com
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