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In un'estate mai così
ricca di concerti, con tantissime star giunte dall'estero a raccogliere ori e
onori, si è distinto come l'evento 'italiano'. Si parla ovviamente del tour con
cui Pino Daniele, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori e Ron hanno
attraversato la Penisola, scambiandosi canzoni e pacche sulle spalle, uniti nel
raccogliere il meritato applauso al termine di ognuna delle 27 date inanellate
da quel primo luglio a Mantova. Alla fine, quando il tour si è concluso
all'Arena di Verona, il totale degli spettatori è stato calcolato in 200mila.
"Un bel riscontro di pubblico - sottolinea Pino Daniele -. Il tour ha preso
forma dopo le prime dieci date. Abbiamo creato un bell'evento, anche perché
eravamo molto gasati".
Ora quell'esperienza viene fissata su CD e DVD a futura memoria. Il live ha un
titolo semplice, In tour, e raccoglie 26 canzoni registrate nelle ultime
battute, a Bologna e Verona. Da Alice a Quando, Oh che sarà ,
Vorrei incontrarti tra cent'anni, La donna cannone, 26 pezzi di
storia cui è affidato il compito di testimoniare l'atmosfera di un concerto
decisamente irripetibile. "Quattro artisti che girano insieme per tutta l'estate
non è facile metterli d'accordo – conferma Daniele -. Ma siamo quattro persone
che hanno in comune un modo di scrivere e di intendere le canzoni. Mi è rimasta
la voglia di fare altri concerti con gli altri: Francesco è in giro per
promuovere il CD con Giovanna Marini, io lavoro alla mia nuova casa discografica
ma chissà , forse per una serata potremmo ripetere l'esperienza".
In quanto produttore di In tour, proprio attraverso la sua nuova etichetta
Blue Drag, a Pino Daniele è toccato il compito di presentarlo. "Il mio vero
capolavoro – dice Pino - è di essere riuscito a mettere assieme per la
distribuzione due major, Sony e Bmg. Quanto alla realizzazione del disco, la
cosa più difficile è stata combattere contro il tempo. Ma ci siamo riusciti".
L'appuntamento con l'uscita discografica offre al cantautore e chitarrista
napoletano lo spunto per una serie di riflessioni dolci-amare sullo stato delle
cose. E i giudizi di uno come Pino, 25 anni di carriera e 16 album all'attivo,
pesano.
Ad esempio, sulla crisi dell'industria musicale. "Sta attraversando un momento
difficile - dice Pino -, come è accaduto per il cinema. Ma visto che abbiamo
toccato il fondo e ormai siamo a livelli di minimo storico, ci sarà una ripresa.
Perché la musica non può scomparire". La ricetta per venirne fuori non è certo
Operazione Trionfo. "Quelle sono iniziative che illudono i giovani di poter
arrivare subito al dunque - taglia corto Daniele -, non si insegna loro il
sacrificio, la preparazione, la serietà , ma solo che lo spettacolo ti fa
svoltare. E' come la luna nel pozzo. Non è così: c'è chi sta in classifica oggi
e il giorno dopo sparisce. Sono tutti figli della politica del mercato".
Già , il mercato, che con cui si misura con sempre maggior difficoltà chi punta
sull'intelligenza. "Oggi è difficile fare il musicista. Non esiste più la musica
intesa come aggregazione sociale, ma solo come intrattenimento. Chi vuole fare
cose interessanti e non vuole intrattenere ma far socializzare, può solo
sopravvivere". L'accenno ai programmi che offrono l'occasione della 'svolta'
sposta il discorso sulla televisione, e non solo. Anche qui, Daniele ne ha per
tutti. "E' una tv senza più concorrenza - sentenzia il cantautore -, Rai e
Mediaset hanno lo stesso padrone. Ma cambierà : la gente è stanca, non crede più
agli operatori dell'informazione, non crede più ai telegiornali. Se Striscia
vince il premio per l'informazione un motivo ci sarà ".
Ultima battuta sull'arresto dei no global: "Sono solidale con loro - dice Pino - è
facile accusare quei ragazzi. Purtroppo questo è il Paese in cui viviamo. Ma
aspettiamo, sono sicuro che le cose cambieranno presto".
Recensione di Paolo Gallori su kataweb.it
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