L'Italia unita è una corda
tesa che vibra da nord a sud. E ad agitarla con il plettro nell'attesissima
"Notte tricolore" del 16 marzo, preludio musicale alle celebrazioni in
programma il giorno successivo per i 150 anni dell'Unità d'Italia, saranno
i chitarristi e cantanti Pino Daniele e Davide Van de Sfroos, che presi
nella loro storia rappresentano un po' il sud e il nord della musica
italiana, i quali si esibiranno sul palcoscenico di piazza Vittorio Veneto
in una serata di grande richiamo che sarà la più importante fra i numerosi
eventi nottambuli targati Italia 150 e si svolgeranno in contemporanea
nelle altre principali piazze italiane. La coppia di artisti scelta
dall'agenzia Consel Pubblico&Privato di Varese, incaricata di organizzare
la notte di gala a Torino, sarà quindi l'attrazione principale della lunga
notte nella prima capitale dell'Italia unita, e porterà sotto la Mole non
soltanto un inno alla musica italiana, ma anche un omaggio ai diversi
dialetti regionali e locali che fanno parte del vasto patrimonio di
bellezza e di identità del Paese.
Una parte di serata sarà allora tutta
per il re del blues latino, peso massimo della canzone d'autore di impronta
partenopea, l'uomo in blues che ci ha regalato brani come "Yes I know my way",
"Je so' pazzo", "Viento ‘e terra", "O' scarrafone", "Voglio di più", "Anna
verrà" e "Napul'è", grande amico e collaboratore di Massimo Troisi (icona
della comicità malinconica italiana) per cui ha realizzato le colonne sonore
di "Le vie del Signore sono finite" e "Ricomincio da tre", e che tornerà a
Torino per dare voce al Mediterraneo e al suo amato sud durante i
festeggiamenti per il centocinquantenario. Da sempre Pino Daniele rivendica
le sue radici meridionali, che sono una fonte continua di ispirazione per
il suo repertorio in continua evoluzione, dal primo album "Terra mia" del
1977 fino all'ultimo "Boogie Boogie Man" pubblicato lo scorso novembre.
"Più di trent'anni di carriera nel segno del Mediterraneo — ricorda
l'autore di "‘O cammello ‘nnammurato" — e tutti vissuti assieme ai miei
ragazzi, i miei musicisti, che come me sono uomini del sud. In comune
abbiamo il modo di sentire e di creare la musica. Uno come Rino Zurzolo,
mio storico bassista, ha il sangue meridionale che circola nella sua musica".
E se Daniele spingerà sull'accento del sud, il cantautore lombardo Davide
Van de Sfroos, portavoce nel mondo del dialetto tremezzino, il laghée,
quello che si parla sulle rive del lago di Como, sarà il rappresentante
della musica del nord Italia nella notte di veglia per i 150 anni
dell'Unità, ma anche delle tipiche parlate locali che rischiano l'estinzione.
"Cancellare i dialetti sarebbe come limare gli Appennini — dice il
moderno menestrello del nord, che ha partecipato con successo all'ultima
edizione del festival di Sanremo con la sua nuova canzone dal titolo "Yanez"
— perché l'Italia rimane unita anche grazie all'identità dei nostri dialetti
regionali e degli idiomi locali. Penso sinceramente che inizierò a
preoccuparmi sul serio il giorno in cui parleremo tutti un italiano
commerciale misto all'inglese". Premiato con la Targa Tenco nel 2008 per il
«miglior album in dialetto», Davide Bernasconi, in arte Van de Sfroos, sarà
dunque l'altra metà del palco di Italia 150, e fra le sue innumerevoli
composizioni — da "E semm partii" fino al penultimo album "Pica!" — proporrà
dal vivo anche la canzone sanremese nella quale riaffiorano il ricordo della
figura paterna e molti personaggi dalle storie di Emilio Salgari, che
ricompaiono invecchiati sotto il sole tiepido della riviera romagnola, come
ad esempio un Sandokan che "ha imparato a pilotare le infradito… cun't el
mohito e ‘l bigliett cun soe l'invito". La partita, insomma, si giocherà in
una sola notte fra questi due poli opposti del cantautorato italiano, in una
sorta di amichevole duello dialettale che potrebbe essere un omaggio curioso
e divertente al pluralismo espressivo nell'ambito della produzione musicale
del nostro paese.
Guido Andruetto
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Articolo aggiunto il 28/05/2014
28/05/2014 |
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18/03/2014 |
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