La Grande Madre
Il Mio Nome è Pino Daniele...
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Concerto
Medina
Napule E'
Ha il volto soddisfatto
di chi è tornato sulla strada maestra, Pino Daniele. Dopo due anni di intenso
lavoro è finalmente pronto Medina, il suo nuovo album che sarà nei negozi
venerdì 16 febbraio. Un disco pieno di collaborazioni: dai 99 Posse a Salif
Keita, da Faudel e Lofti Bushnaq, da Mike Mainieri al grande Peter Erskine.
Ispirato dalle immagini di Hassan Hajjaj e da una serie di viaggi in Africa,
Medina raccoglie dodici nuove canzoni e una ghost track, la superba
interpretazione di Ahi, Disperata Vita, un madrigale di Gesualdo Da
Venosa che Daniele ha ripreso sulla coda di Africa a Africa e.
Non è un disco
semplice, Medina, neanche da raccontare. Di certo non mancano i temi su
cui discutere: dalla cultura islamica all'integrazione razziale, dalla nostalgia
per la propria terra a una prorompente voglia di cambiare, di testimoniare
questi tempi. E sul palco del Roof Garden dell'Ambra Jovinelli, stipato di
giornalisti e addetti ai lavori, il nuovo Pino Daniele racconta il suo 2001,
alla ricerca di una forma-canzone ancora da mettere a fuoco.
Come nasce "Medina"?
Ho trascorso due anni a fare questo lavoro. Sono andato in giro a scoprire cose
nuove, a trovare musicisti. Io che sono stato un po' jazzista, un po' rockettaro
sono andato verso il mondo arabo e mediterraneo. Anche il rapporto con l'Africa
è stato una importante fonte di ispirazione. Questo disco rappresenta uno dei
primi passi verso la voglia di trovare una canzone diversa. Ha tanti ospiti, ma
è una mia esigenza artistica: avrei potuto diventare un intrattenitore o
dedicarmi al cabaret. Invece continuo a ricercare. Medina è il mio ritorno nella
città vecchia. La mia canzone nasce da Napoli, è diventata internazionale. E
oggi ho trovato questa parola molto adatta alla mia musica. A Marrakesh ho
scoperto che trattare il prezzo fa parte di una cultura. E che questa trattativa
avviene sempre dentro le mura vecchie.
Il suo album si
conclude con un madrigale di 500 anni fa, perché questa scelta?
La musica di Gesualdo fa parte del patrimonio pubblico italiano. Napoletano di
nascita, è stato un grande musicista e un trasgressivo che ha ispirato anche
Stravinskij. E' un musicista che molti non conoscono. Ho pensato che sarebbe
stato bello riportare alla luce un personaggio per cui non v'è posto nel nostro
mercato discografico. Ho deciso di utilizzare Ahi disperata vita, il giorno in
cui, mentre lo ascoltavo, guardavo un documentario sull'Africa. Ho pensato:
com'è attuale. Ha ancora la forza di raccontare il mistero della vita.
E' opinione comune
che lei sia tornato un po' alle sue radici...
No, sono sempre restato Pino Daniele. Non cambio così facilmente. In una
carriera ci sono momenti sì e momenti no. A volte è una questione di occasioni,
di incontri, di fatalità. Parliamo dei 99 Posse. Vedo in loro un grande futuro
musicale. Hanno tracciato una strada sulla quale bisogna restare uniti. Una
locomotiva che corre da sola non è come un treno. Bisogna mettere da parte i
propri problemi per stare insieme. Io ho sempre cantato un po' in napoletano, un
po' in inglese. E' un linguaggio, se vogliamo, un po' maccheronico. Lo si
ascolta nelle radio. Stiamo crescendo anche così, con una nostra traduzione
dell'inglese.
Nel disco lei parla
di società multietnica e di interferenza con il mondo islamico. Qual è il suo
rapporto con la religiosità islamica?
Non ho una fede così forte. In me lottano una parte culturale occidentale e una
musulmana. E' un modo che mi fa paura, ma la pace arriverà anche lì, anche
perché senza pace non può esservi sviluppo.
Quanta Napoli c'è in
Medina?
Quella che sentite, che c'era anche nei dischi precedenti. Ho una mia Napoli che
a volte è legata alla realtà, a volte all'amore, altre alla nostalgia. Uno dei
meriti che mi riconosco è di aver sempre mantenuto i piedi per terra. Non parlo
di cose che non conosco, che farebbero magari comodo. In passato le tematiche
erano diverse. Oggi il presente sono i 99 Posse e non i neomelodici.
Rappresentano la città, le strade, il cemento. Oggi farebbe ridere la Nuova
Compagnia di Canto Popolare in una proposta nuova. I 99 Posse come gli
Almamegretta hanno tracciato una strada. L'avanguardia va premiata. Oggi ha
valore l'impegno nella musica. Non sono tra quelli che voteranno Berlusconi alle
elezioni. Ma certo noi di sinistra ci stiamo meritando questa croce...
Negli anni Settanta
lei partiva dal blues; oggi riparte dall'Africa, ancora "Nero a metà"...
In questo disco ci sono canzoni vissute come esperimenti. Non so a che cosa
corrisponda nell'Italia di oggi. Ho voluto parlare di razzismo, di
discriminazione, perché non capisco. Permettono alla gente di andare in tv e
dire certe cose' Alla fine ha fatto più danni il Grande Fratello che il Partito
Fascista in tanti anni. Io sono uno che all'angolo della strada vede questi
poveracci di emigranti che puliscono i vetri delle auto e ti guardano con un
viso che sembra chiederti: e allora' Non dobbiamo dimenticare che noi siamo
stati peggio di loro, quando andavamo come mano d'opera in Germania e negli
Stati Uniti all'inizio del '900. Cerco sempre il contatto umano. I canoni del
business non fanno per me. Non sono solo una macchina per fare soldi. Questo
disco è una sfida: se riesco a creare opinione.
Lei ha scritto una
canzone per la sua ultima figlia, Sara.
L'ho fatto perché i figli sono una cosa importante, un'eredità e un patrimonio
culturale. Lavorare con la mia famiglia, farli partecipare alle cose che faccio
è una fortuna.
Parteciperà come
ospite a Sanremo?
Ci sono trattative in corso. Ho fatto richieste ben precise. Vorrei suonare da
solo con la chitarra e fare un pezzo in playback. Certo, con tanti bravi
sassofonisti al mondo dovevano proprio chiamare quello sfigato! (Si riferisce
alla possibilità, ormai sfumata, che l'ex presidente degli Usa Clinton partecipi
al festival di Sanremo, ndr).
Quando la vedremo
suonare dal vivo?
A fine aprile. Comincerò nei teatri con un set abbastanza acustico. Vorrei
potermi avvalere anche sul palco di ospiti.
Qual è il suo rapporto
con internet e la musica gratis?
Con Internet ho scoperto di poter parlare con tanti ragazzi più facilmente di
prima. Il mio sito da poco attivo è uno spazio importante anche per comunicare
cose non musicali. Scaricare musica' Il business sta cambiando, mutano i canoni
di consumo. E' una cosa positiva. Il mezzo può essere pericoloso, ma è
importante. Ti permette di capire, di accettare le critiche. Come quelle di due
ragazzi napoletani che mi hanno scritto: "Caro Pino, speriamo che questo nuovo
disco non sia una 'chiavica' come gli altri!".
Recensione di Alfredo d'Agnese su kataweb.it
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